<<Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c'è tra seme e albero>> Mahatma Gandhi
Il governo dell'acqua è un tema non solo ambientale, ma anche di corretta gestione economico-territoriale.
Lo evidenzia uno studio di Sheetal Sekhri, professore all'Università della Virginia, appena pubblicato dall'American Economic Association. Il testo spiega come la gestione pubblica dell'acqua sia la più efficiente in termini di produttività agricola e conservazione della risorsa. Le aree rurali dell'India sono le più interessanti per analizzare le problematiche di sostenibilità di comunità locali. Gli appezzamenti sono piccoli (meno di un ettaro a coltivatore), con una vocazione all'autoproduzione ma anche con drammatiche condizioni di dipendenza dagli eventi atmosferici. Sekhri ha analizzato una delle aree rurali più povere dell'India, l'Uttar Pradesh, dove le autorità hanno installato sistemi di irrigazione per dare l'acqua ai contadini, con valori economici fissi: 8 rupie l'ora durante i monsoni, 16 nella stagione secca. I sistemi privati, nella stessa area, si attestano attorno alle 2 rupie l'ora, ma mentre la gestione pubblica non ha ridotto le riserve di acqua disponibile, laddove sono state utilizzate pompe private la contrazione della risorsa è stata rilevante (oltre il 20 per cento), e in alcuni casi è diventata nel frattempo inaccessibile. I contadini più poveri si sono abituati a consumare meno, e allo stesso tempo hanno incrementato la resa per ettaro, grazie a informazioni precise sulle caratteristiche dei terreni e delle coltivazioni. Esattamente come nella Carta dei suoli e dei paesaggi delle aree agricole del Trentino, messa a punto dall'Istituto agrario di San Michele all'Adige attraverso centinaia di carotagii e analisi dei terreni. Il testo mira a una gestione sostenibile dell'acqua in base alle caratteristiche del territorio.
(Da D del 5 Nov 2011, a cura di Andrea Di Stefano)
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